27 marzo 2006
cortese cavaliere Berlusconi,
non faccio ricorso volutamente nel mio incipit alla carica di Presidente che lei a tutt'oggi ricopre, nell'auspicio che lei a breve debba dismettere questo appellativo.
Ovviamente l'augurio è che ciò possa avvenire tramite una democratica, pacifica e gioiosa votazione che affossi la sua coalizione e la allontani da quel potere che ha dimostrato di non sapere gestire.
Non ho nulla di personale contro di lei: nel privato lei è sicuramente una persona meravigliosa, padre amorevole, marito attento.
Ma da avere queste qualità ad essere statista il passo è troppo lungo per le sue gambe (nonostante i tacchi).
Personalmente sono convinto che lei abbia dimostrato, con una costanza degna delle migliori intenzioni, di essere uno scadente Presidente del Consiglio.
Non mi riferisco tanto ai suoi conflitti di interesse, al tempo dedicato alle leggi che, in un modo o nell'altro, l'hanno favorita, allo spazio dato ad un manipolo di stolti come l'onorevole Bossi e i suoi accoliti.
E ' il finto liberismo che mi fa arrabbiare, quel liberismo che ha fatto esplodere la spesa pubblica anzichè ridurla.
E' la sua ostinazione ad instillare odio nella gente, spaccando l'opinione pubblica in due.
E' quel continuo prendere per i fondelli gli italiani, raccontando loro che lei si sacrificava per noi.
No caro Cavaliere: io personalmente posso fare a meno di lei e del suo sacrificio.
La saluto con la convinzione che il vero frutto del suo conflitto di interessi è ancora da vedere: nei prossimi mesi vedremo quanti affari faranno le sue aziende con la Russia di Putin o con l'America di Bush (suoi grandi amici), affari che concluderà solo in quanto si è avvalso del prestigio e del potere derivante dall'essere Presidente del Consiglio di una nazione e non perchè simpatico personaggio, dedito alle barzellette.
Ma fortunatamente il suo inganno sta per terminare, così ne approfitto per salutarla cordialmente; non la ringrazio e se mai potrò, un giorno, sarò ben lieto di poterle dare un calcio nel culo.
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