06 agosto 2014 

Non prendentemi per narcisista (ombelicocentrico, ecc.)


Credo che nella vita la classica pacca sulle spalle rappresenti una componente essenziale per il raggiungimento dei rari momenti di gioia.
La pacca sulle spalle serve per poter poi dire a se stessi che qualcosa di buono è stato costruito, che la tua azione, magari non sempre lineare e lucida, ha contribuito ad un mondo migliore.
Nel 2012, dopo una ricerca sofferta e lunga, riuscii a trovare un primo spartito del Te Deum del Maestro Ciro Pinsuti. Lo trovai a Torino al Museo Regio e fu una grande soddisfazione.
Lo proposi al Maestro Luciano Garosi per capire se potevamo costruirci un evento nell'ambito del Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano.
Senza di lui, occorre riconoscerlo, il mio desiderio sarebbe rimasto tale.
Fu lui a farsi promotore, dentro e fuori dal Cantiere, di questa costruzione. Due anni dopo, il 1 agosto 2014, l'anteprima assoluta del Te Deum per coro e orchestra ha rappresentato per me un'emozione senza confini.
Sono passati 5 giorni ma il tema melodico del Te Deum mi risuona ancora in testa.
Scrivo questo post per futura memoria: avrei apprezzato, sarebbe stata la classica pacca sulle spalle, se nel volantino a supporto del concerto, almeno il mio nome fosse stato citato.
Mi sarebbe sembrata una cortesia oltre che una nota di verità.
Così non è stato e me ne farò una ragione. Cito solo questo riferimento di Repubblica per dire che il privato citato nella presentazione del Concerto, quel privato dal quale la Fondazione ha scovato lo spartito, beh sono io.
Te Deum Ciro Pinsuti


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